Giovane delinquente, venditore ambulante, cuoco, imprenditore, politico, oligarca,comandante militare, intelligente, opportunista, scaltro, ricchissimo, temuto, osannato, denigrato, così stato definito, di volta in volta, Evgenij Viktorovic Prigozhin, una delle personalità più note e discusse nel corso del conflitto russo-ucraino tuttora in corso. Nato l’1 giugno 1961 a Leningrado (ora San Pietroburgo) da padre ebreo, ingegnere, morto prematuramente quando Evgenij aveva 9 anni, e da Violetta Kirovna Prigorzhina, venne cresciuto dal padrigno Samii Fridmanovich Zhakov, noto istruttore di sci da fondo. Il ragazzo ne divenne a sua volta istruttore giovanile dopo averne conseguito il titolo presso l’Istituto Superiore di Leningrado nel 1977 e praticò tale attività per due anni. Nel 1979 venne arrestato per la prima volta con l’accusa di furti e frodi e venne condannato a 2 anni e mezzo di reclusione, ma la pena gli venne sospesa in quanto minorenne. Fu poi condannato nel 1981 a 13 anni di reclusione per una rapina a mano armata.

Per vivere cominciò ad aiutare un venditore ambulante di “hot dogs”

La Corte Suprema della Russia ridusse, nel 1988, la pena inflittagli a 10 anni per “ravvedimento” in carcere. Rilasciato nel 1990 Evgenij si iscrisse alla Facoltà di Farmacia dell’Università di San Pietroburgo, ma ne abbandonò gli studi l’anno successivo. Per vivere cominciò ad aiutare un venditore ambulante di “hot dogs” e successivamente, a seguito di un viaggio negli Stati Uniti (vinto in una lotteria) nel corso del quale era rimasto affascinato dalla catena di “fast food” presenti ovunque negli States, con l’aiuto del ricco amico Igor Gorbenko, fondò (1992) la sua prima Società – la “Spectrum C.J.S.C.” – e aprì un bar/tavola calda, ove assunse come cuoca sua madre Violetta. Nello stesso anno sposò Lyubov Valentinova Prigozhina, farmacista, facoltosa proprietaria di catene di boutiques a San Pietroburgo e della Spa “Crystal e Residence Technologies” a Sestioretski. Da quel momento Prigozhin potè contare su un valido sostegno economico. Dalla moglie ebbe due figli, Polina (1993) e Pavel (1996) e una terza (Veronika) nel 2005. Grazie a connessioni instaurate con la criminalità organizzata locale, nel 1995 vendette il bar e aprì , sul lungofiume della Neva, in società con il ricco possidente Kirill Ziminov, un primo ristorante – lo “Staraja Tamoznja” , Vecchia Locanda ).

Dal pub sul fiume alle attività di interferenze

Due anni dopo inaugurò un fastoso locale su un barcone galleggiante sul fiume col nome “New Island” che divenne in breve il locale alla moda più frequentato da politici e imprenditori. Nello stesso periodo fondò la “Concord Menagement and Consulting Company” tramite il quale creò anche un“Troll Farm” (attività di interferenze) con il quale avrebbe poi influenzato, negli U.S.A., l’elezione a Presidente di Donald Trump nel 2016 e quelle di medio termine del 2018 oltre ad altri eventi minori (elezioni di Governatori e Giudici federali). Al “New Island” furono ospiti, oltre a Vladimir Putin quando era Vice Sindaco di San Pietroburgo, i Presidenti U.S.A. Bill Clinton e George Bush, quello francese Jacques Chirac e quello indiano Narenda Modi e il futuro Re Carlo III d’Inghilterra.

Da cuoco di Putin all’Internet Research Agency

Da quel momento Prigozhin venne indicato come “Cuoco di Putin” soprannome che lo seguì per tutta la vita. Successivamente fondò o divenne socio di maggioranza di numerose altre lucrose Società quali la “Evro Polis”, la “Autolex Transport”, la “Beratex Group”, la “Lindburg Indusries” e soprattutte la “Internet Research Agency”, ente per la propaganda russa all’estero. In virtù dell’appoggio di Putin (divenuto Presidente della Russia il 7/5/2000), ottenne numerosi redditizi appalti pubblici riguardanti essenzialmente le forniture a tutte le mense scolastiche, ospedaliere, militari in tutta la Russia, accumulando enormi ricchezze stimate, nel 2020, a oltre un miliardo di dollari. Nel 2014 Prigozhin compì un drastico mutamento nelle sue attività, passando dalla grande imprenditoria alla politica attiva. Dal 2010 un suo grande amico, Dmitry Utkin, già tenente colonnello dello Stato Maggiore del G.R.U. ( Glavnoe Razvedyatel’noe Upravlenie, Direttorato Generale per le Informazioni militari) aveva creato una organizzazione militare privata di mercenari (P.M.C. Private Military Company) cui aveva dato nome di “Wagner”. Era un fanatico nazista che chiamò “Wagner” la sua organizzazione in omaggio al compositore tedesco preferito da Hitler, dotandola di uno stemma rappresentante un teschio bianco digrignante in campo nero.

… e poi arrivò la politica e la creazione di Wagner

Prigozhin fu affascinato dall’idea di possedere un esercito di mercenari privati a sua disposizione e di poterlo inviare – a pagamento – in qualunque parte del mondo ove fosse richiesto l’intervento di un gruppo armato in difesa non solo di Governi ma anche di interessi privati. Acquisì quindi da Utkin nel 2014 il Gruppo Wagner e lo dotò di armamento moderno, con personale reclutato (con paghe elevate) fra delinquenti comuni ex carcerati (70%) e disoccupati (30 %). Nel giro di qualche anno dai 250 mercenari presenti nel 2014 il Gruppo Wagner giunse a contarne oltre 50.000 nel 2022. Prigozhin ne divenne il Capo politico e Utkin il Capo militare operativo. Sempre tramite Putin il Gruppo ottenne anche l’appoggio non ufficiale del Ministero della Difesa russo e del G.R.U.. Dal 2012 contingenti Wagner erano stati inviati da Utkin in Burkina Faso, in Eritrea e nel Sudan e in alcune guerre civili (Seconda guerra nella Repubblica centroafricana nel 2012 e Seconda guerra in Libia nel 2014) e nel Mali (2012). Nel febbraio 2018 il Gruppo Wagner venne impegnato in Siria a supporto del Presidente Bashir al Assad contro i curdi e a marzo nella Repubblica centroafricana nella lotta per il possesso di giacimenti d’oro.

Dal 2022 divenne un antagonista di Putin

Nel marzo dell’anno successivo sostenne in Libia il figlio di Muhammar Gheddafi nel suo tentativo di vincere le elezioni presidenziali (peraltro poi non avvenute). L’Unione Europea, a seguito dell’appoggio del Gruppo alle operazioni della Federazione Russa, lo inserì nella lista delle Organizzazioni terroristiche mondiali. Alla fine del 2022 l’attività di Prigozhin subì un nuovo cambiamento. Da fedele amico di Putin ne divenne antagonista a tal punto che prospettò di presentarsi contro di lui nelle elezioni presidenziali russe del marzo 2024. Il motivo di tale decisione fu il mancato sostentamento promesso al Gruppo Wagner da parte dell’esercito russo nel corso delle battaglie del conflitto russo – ucraino venuto meno specie nella battaglia di Bakhmut che costò alla Wagner gravi perdite. Il 23 giugno 2023 un primo contingente di miliziani Wagner entrò in territorio russo (oblast di Lipek) e vi occupò la città di Rostov, compiendo così un vero ammutinamento nei confronti del Ministero della Difesa russo e iniziò una marcia verso la capitale Mosca.

Dalla marcia su Mosca alla sua defenestrazione

Con questa mossa l’obiettivo di Prigozhin (che si era rifugiato in Bielorussia, a Minsk, ospite del Presidente bielorusso Alexander Lukashenko) era probabilmente più quello di intimidire Putin e di ottenerne un maggior peso nelle decisioni militari e politiche del Governo , che quello di defenestrarlo dalla Presidenza della Russia. Immediatamente Putin lo accusò di rivolta armata, ammutinamento, sedizione e tradimento verso la Russia e sollecitò l’intervento di Lukashenko per tentare di comporre l’accaduto. Il Presidente bielorusso riuscì a indurre Prigozhin a fermare l’avanzata del Gruppo Wagner a 200 km da Mosca e a presentarsi a un incontro con Putin. Nel corso di due successivi incontri – con la mediazione di Lukashenko – i due contendenti stabilirono un accordo in base al quale le ostilità sarebbero cessate a fronte da una parte del ritiro delle truppe mercenarie dal territorio russo e del loro acquartieramento ospiti in Bielorussia e dall’altra della remissione di ogni provvedimento punitivo contro il Gruppo Wagner e il suo Capo.

Lo scorso 23 agosto la sua fine su un aereo dell’Embraer

Prigozhin rientrò a San Pietroburgo all’inizio di luglio 2023, mentre le truppe Wagner venivano ospitate nei dintorni della città bielorussa di Orsha. Il 23 agosto Prigozhin salì, alle 17.30, su uno dei due aerei di sua proprietà all’aereoporto di Seremetjevo vicino a Mosca diretto alla capitale. Si trattava di un aereo di costruzione brasiliana, l’Embraer Legacy 6000 che poteva ospitare 17 passeggeri oltre a due piloti e un assistente di volo. Quel giorno vi presero posto, oltre a Prigozhin, 9 persone, Dmitri Utkin,Valery Chekalov direttore commerciale di Prigozhin, Eugeny Makarian,Sergey Propustin, Alexander Tolmin e Nikolay Maushev suoi ufficiali, Alexei Levskin pilota, Rustam Karimov co-pilota e Kristina Raspopova assistente di volo. I motivi di questo volo erano (e rimasero) sconosciuti. Alle 18.30 l’aereo, giunto a 15 minuti da Mosca, precipitò da una altezza di circa 30.000 piedi schiantandosi in un campo vicino alla città di Kuzhenkino (oblast di Tver) e prese fuoco. Non vi furono superstiti e i corpi degli occupanti l’aereo furono carbonizzati. Le cause precise della caduta dell’Embraer non furono rese note.

Come ipotesi venne prospettata l’azione di un missile terra aria della contraerea russa, ma quella più accreditata fu quella di una esplosione di un ordigno situato a bordo dell’aereo nel suo carrello d’atterraggio o nell’apparato condizionatore dell’aria. L’ordigno avrebbe potuto esser stato introdotto nel velivolo da due persone, Sergey Klotokov e Alexandra Yulina, che, spacciandosi per acquirenti, l’avevano visitato alle 10.00 del mattino del 23 agosto. L’opinione pubblica mondiale ne addossò comunque subito la responsabilità a Putin, senza peraltro alcuna prova e, sinora, non si è saputo nulla di ufficiale in merito. I resti di Prigozhin furono identificati in un primo momento nell’obitorio dell’ Ospedale Universitario di Mosca (ove erano stati trasferiti) da un ufficiale del Gruppo Wagner, Andrej Troshev, e confermati dalle analisi genetiche molecolari effettuate nei giorni successivi dagli esperti del Comitato Investigativo dell’ Esercito russo sui resti di tutti i deceduti nello schianto di Kuzhenkino.

Le esequie lontano dal suo territorio

Il funerale e la sepoltura di Prigozhin sarebbero dovuti avvenire a Mosca, nel “Cimitero degli Eroi” di Novodevichy in modo solenne alla presenza dei più alti gradi militari in quanto Prigozhin era un “Eroe della Federazione russa” onorificenza conferitagli dallo stesso Putin nel 2022. Ma questa possibilità non venne neppure presa in considerazione dal Cremlino. Parimenti vennero esclusi per tali esequie gli altri cimiteri vicini a Mosca (Secernove, Beloostrovskaja, Serafimowsky) e quello militare federale di Mytishchi (ove venne invece sepolto il suo vice Utkin) in quanto troppo noti a fronte della necessità del Governo di effettuare le esequie di Prigozhin nel maggior silenzio possibile. Per lo stesso motivo venne anche scartata l’ipotesi formulata dal Gruppo Wagner di inumare il loro Capo vicino alla città di Bakhmut da lui conquistata. Venne quindi scelto dal Cremlino il cimitero di Porokhvoskoye alla periferia di San Pietroburgo.

Un funerale dimesso per un personaggio molto scomodo per il regime sovietico

I funerali ebbero luogo secondo la volontà dei famigliari il 29 agosto in modo strettamente privato sotto il controllo della Guardia Nazionale russa per prevenire eventuali manifestazioni di Gruppi Wagner. Il feretro venne tumulato nella nuda terra, sormontato da una croce lignea, da un quadretto con la sua fotografia e i suoi dati di nascita e morte e un altro con i versi della poesia “Natura morta” del poeta Josif Brofskii, oltre a una bandiera nera del Gruppo Wagner. Né Putin né altri alti funzionari della Federazione russa presenziarono alle esequie. Ricordiamo che Putin non partecipò in forma ufficiale neppure al funerale del Presidente Michail Gorbacev avvenuto il 3/9/2022 peraltro nel cimitero di Novodevichy. Semplici memoriali in memoria del Capo del Gruppo Wagner sono sorti spontaneamente a Mosca accanto a quello del dissidente ucciso Bortis Nemtsov. A San Pietroburgo presso il Quartier generale del Gruppo Wagner nella zona orientale della città; a Ekaterinburg, a Novosibirsk e a Rostov nei giorni successivi al funerale di Prigozhin.

Gustavo Ottolenghi

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