Nel corso di una riunione tenutasi a Minsk, capitale della Bielorussia, il Presidente Aleksandr Lukashenko aveva indicato ai membri del suo Governo una possibile estensione del conflitto russo-ucraino verso la Transnistria. Paese notoriamente filorusso. L’entrata delle truppe russe in Transnistria poteva essere indizio della volontà russa di attaccare la confinante Moldavia.  Con l’obiettivo di Mosca di ricuperare quel terreno già di proprietà dell’U.R.S.S. sino al 1991.

Al di là del fiume Nistr

Ipotesi, neppur troppo fantasiosa nell’attuale situazione geopolitica locale che ha spostato l’attenzione internazionale sul piccolo Paese della Transnistria tra l’Ucraina e la Moldavia. Transnistria deriva il suo nome dall’unione della parola “Nistr”(fiume Nistr) con quella “trans” ( “al di là”) a significare “terra dall’altra parte del fiume Nistr”. E’ una striscia di terra con linee di confine frastagliate e irregolari, lunga circa 200 km e larga -nel punto più ampio – 6 km, senza sbocchi al mare. Confina a sud e nord-est con l’Ucraina, a Ovest e sud-ovest con la Moldavia e coincide in parte con la riva sinistra del fiume Dniester (in russo, Dnister in ucraino, Nistr in moldavo,Nistru in romeno, Nistro in italiano) . Costituisce uno stretto territorio compreso tra due Nazioni ,Moldavia e Ucraina, all’interno dei confini della Moldavia, lungo la frontiera sud-occidentale dell’Ucraina. Ricopre una area di 4.167 km quadrati ed ha una popolazione di 469.000 abitanti (2018).

Tiraspol, una capitale di stampo sovietico

Suddivisa in 5 Distretti e 69 Comuni ha come capitale Tiraspol (133.000 abitanti). Città principali sono Tighina ( o Bender, con una famosa fortezza ottomana), Cosnita, Dubasari, Cocieri, Cobasna. In quest’ultima città si trova il più grande deposito di armi (22.000 tonnellate) dell’Europa centro-orientale, residuo della Seconda guerra mondiale, controllato attualmente dai russi. Nel Paese non esiste un aereoporto né una linea ferroviaria autonoma. E’ attraversato da due linee ferroviarie passeggeri, una da Chisinau (capitale della Moldavia) a Odessa (Ucraina) e l’altra da Chisinau a Mosca. Nel centro di Tiraspol, di fronte al Palazzo presidenziale, si trova una grande statua di Lenin e un suo busto è posto anche davanti al Municipio, che mantiene il nome di “Casa dei Soviet”, retaggi della dominazione russa della Nazione.

Batte moneta propria il rublo transnistrico

La lingua più in uso è il russo, l’alfabeto è quello cirillico, la valuta è il “rublo transnistrico” (1 euro = 14 rubli). Dal 1990 esiste in Transnistria una Costituzione, un Parlamento (Consiglio Supremo della Transnistria con 33 membri) e una bandiera rossa con una striscia orizzontale verde, una stella e una falce e martello. Il Paese non dispone di una forza armata propria, ma ospita nel suo territorio oltre 1.500 militari russi. La Transnistria fa parte “de jure” della Moldavia (Repubblica Moldava di Pridniestrov cioè “presso il Dniestr”) e “de facto” è oggi una Repubblica semipresidenziale autonoma. Ed è sostenuta politicamente, economicamente e militarmente dalla Russia. Dal 2016 ne sono Presidente Vadim Krasnosel’skij e Capo del Governo Aleksander Rozenberg.

…ma l’O.N.U. non la riconosce

La Transnistria non è uno Stato riconosciuto ufficialmente dall’O.N.U. in quanto”de jure” è parte dello Stato moldavo. Intrattiene rapporti internazionali solo con le Repubbliche di Abcasia e Ossezia del sud (secessionarie dalla Georgia) e dell’Artsak (Nagorno-Karabak, secessionario dall’Armenia) peraltro anch’esse non riconosciute dall’O.N.U. L’economia del Paese si basa sulle industrie dell’acciaio, su distillerie e su una fabbrica di munizioni, mentre il gas e il petrolio gli sono forniti dalla Russia. Importante è l’allevamento e il commercio degli storioni beluga essenziali alla produzione e all’esportazione del caviale. L’impresa più importante della Transnistria è la “Sheriff”, fondata all’inizio degli anni Novanta da due ex agenti della polizia russa. Essa esercita il controllo su una catena di supermercati , su una casa editrice, su un casino, su un canale televisivo e perfino su una squadra di calcio (“F.C. Sheriff Tiraspol”) che partecipa ai Campionati europei. Ma la fonte più importante di guadagno per lo Stato sono le attività internazionali della malavita organizzata imperante in tutti settori dell’economia. Dal commercio di valuta e di stupefacenti al contrabbando, dalla vendita di armi alla corruzione ammessa a tutti i livelli.

Una squadra di calcio in Champions League

Assai complessa e intricata è la storia del Paese. Restata sotto l’Impero ottomano dal XV all’ XVIII secolo, alla fine del 1700 la regione fu occupata dalle truppe dell’Impero russo che vi rimasero sino al 1917. A  seguito della rivoluzione dell’ottobre 1917, venne inglobata, come Repubblica Socialista dell’Ucraina, nella Repubblica Socialista Federativa Sovietica che comprendeva tutte le Repubbliche Socialiste federative dello Stato. Nello stesso 1922 l’U.R.S.S. creò, nel suo interno, l’”Oblast (Ripartizione amministrativa) autonomo di Moldavia “ (che comprendeva il territorio della Transnistria). Nel 1940 il Soviet Supremo dell’U.R.S.S. modificò l’Oblast in Repubblica Socialista Sovietica (R.S.S.) di Moldavia, suddivisa in due parti, la R.S.S. Bessarabia e la R.S.S. Ucraina (comprendente la Transnistria). Durante la Seconda guerra mondiale la Bessarabia fu occupata, nel 1941, sino a Odessa dalle truppe romene dell’Asse, mentre la seconda fu invasa direttamente dalle truppe tedesche. Nel 1944 l’Armata Rossa sovietica riconquistò tutti quei territori e ricostituì la R.S.S.di Moldavia (con la Transnistria).

Appoggiata dalla Russia vinse la guerra contro la Moldavia

Nel 1990 nella regione cominciarono a manifestarsi dissensi a seguito della dichiarazione della Moldavia di volersi distaccare dall’U.R.S.S. in quanto non intendeva essere inglobata nel sistema socialista comunista della Russia. La Transnistria intendeva restarne parte e nel 1992 scoppiò nella zona una guerra locale tra moldavi e transnistri appoggiati da truppe della 14^ Armata russa. Il conflitto terminò nel luglio dello stesso anno con la vittoria delle forze di Tiraspol in una battaglia sulle rive del fiume Nistro. Un accordo intervenuto tra Russia e Moldavia e la creazione di una zona demilitarizzata di sicurezza fra le due forze segnò la sepazione della Transnistria dalla Moldavia. Venne anche istituita, con l’intervento di rappresentanti russi, ucraini e moldavi, la J.C.C. (Joint Central Commission- Commissione Centrale unita) per il controllo del rispetto reciproco delle clausole della tregua.

Transnistria cuscinetto tra Occidente e Oriente

Un contingente di truppe russe (1.500 uomini) rimase in Transnistria per controbilanciare la presenza di forze della N.A.T.O. nella confinante Romania, che fa parte dell’Unione Europea filoccidentale. La Russia continuò a sostenere la Transnistria anche con aiuti economici (fornitura di gas, petrolio e migliaia di dollari all’anno). Secondo l’U.N.I.C.R.I. (Istituto Internazionale per la Ricerca di Crimini e per la Giustizia) di Torino la presenza in Transnistria della Russia è essenziale per questa Nazione per due motivi. Il primo è la costituzione di un diretto e immediato accesso alla Moldavia in caso di conflitto. Il secondo è la possibilità di aprire un fronte secondario orientale per la conquista ipotizzata della città ucraina di Odessa , porto ambito sul Mar Nero, distante solo 100 km da Tiraspol. La situazione internazionale della Transnistria, in oggi “Stato indipendente della Moldavia orientale”, rimane pertanto tuttora estremamente labile e insicura .

Gustavo Ottolenghi

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