Il bene e il bello per l’umanità sono ciò che unisce gli uomini. Ebbene, se i partigiani delle scienze e delle arti avessero davvero come scopo il bene dell’umanità, non avrebbero ignorato il bene dell’uomo e, così facendo, avrebbero coltivato solo le scienze e le arti che si prefiggono tale scopo. Non ci sarebbero scienze giuridiche, scienze militari, scienze economico-politiche, né finanziarie, che hanno come unico scopo il benessere di alcune nazioni a discapito di altre”.

Qual è il senso delle nostre esistenze?

Lev Nicolaevic Tolstoj nel suo libro “La verità della vita”, di recente ripubblicato da Lit edizioni s.a.s., si interroga sulla vita. Il senso delle nostre esistenze – sostiene Tolstoj – lo si trova soltanto nell’anelare la bellezza e la bontà, senza pregiudizi di sorta. Di fronte alla tragica attualità che ci circonda sembrano riflessioni di un utopista, a rischio di velleitarietà. Belle e alte parole che “fanno a pugni” con le attitudini più nefande dimostrate da noi esseri umani in questi oltre 2000 anni di vita sul pianeta.

Sprechiamo, secondo Tolstoj, una opportunità straordinaria e cioè quella di vivere la vita puntando alla bellezza e alla bontà. Invece, per questioni di potere, avidità, ambizione, scateniamo guerre, violenza, lutti, schiavitù, razzismo di ogni tipo. Tolstoj sviluppa anche un concetto sul quale dovremmo porre molta attenzione.

Dovremmo vivere la vita puntando alla bellezza e alla bontà

Lo stesso vale per noi che crediamo nella civiltà: siamo pienamente convinti che esista una sola vera civiltà… la nostra; ed è quasi impossibile per noi vedere la mancanza di logica in ogni nostro ragionamento che vuole provare che, di tutte le epoche e di tutti i popoli, solo la nostra epoca e quei pochi milioni di uomini che abitano la penisola chiamata Europa siano in possesso della vera civiltà, fatta di vere scienze e vere arti. Per conoscere la verità della vita, che è così semplice, non serve qualcosa di positivo: una filosofia, una scienza profonda; è necessaria una sola qualità negativa: non avere superstizioni.” O pregiudizi, aggiungo io.

La ricerca della felicità è la mia vita

Bisogna, secondo il grande scrittore russo, fare un passo indietro, ritornare allo stato di un bimbo e dire a sé stessi: “non so niente, non credo a nulla e non voglio altro che conoscere la verità della vita che sono costretto a vivere. E la risposta è stata data per secoli, ed è semplice e chiara. Il mio sentimento interiore mi dice che ho bisogno del bene, della felicità per me, per me solo. La ragione mi dice: tutti gli uomini, tutti gli esseri desiderano la stessa cosa. Tutti gli esseri, che come me sono in cerca della felicità individuale, mi schiacceranno: questo è chiaro. Non posso possedere la felicità che desidero; ma la ricerca della felicità è la mia vita. Non poter possedere la felicità e non tendervi non è vivere”.

Un “farmaco” contro miserabili e catastrofiche vicende

Tolstoj, come ho già detto, potrebbe apparire un semplificatore pericoloso della complessità della vita. In realtà, a mio avviso, ci obbliga a prenderci una pausa. A cercare di uscire dagli schemi e dalle categorie concettuali che ci sono proprie e sulle quali siamo stati educati. Ci obbliga ad ossigenarci, almeno per qualche ora, durante la lettura del suo libro. E lo fa con un’immagine suggestiva e potentissima di un mondo popolato di esseri umani felici, buoni, rispettosi delle opinioni altrui, anche se diverse. Soprattutto desiderosi di coltivare il bello e il buono che la natura e la vita ci offrono. Un miracoloso, anche se purtroppo transitorio, “farmaco” contro le miserabili e catastrofiche vicende che abbiamo davanti agli occhi e di cui siamo tutti corresponsabili … chi più, chi meno.

Riccardo Rossotto

 

 

Riccardo Rossotto

"Per chi non mi conoscesse, sono un "animale italiano", avvocato, ex giornalista, appassionato di storia e soprattutto curioso del mondo". Riccardo Rossotto è il presidente dell'Editrice L'Incontro srl

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