Torino 2032. 1 Marzo.

Ore 10.

La città è silenziosa. Lungo il fiume biciclette elettriche, attraverso il ponte di corso Vittorio e incrocio pedoni con strani aggeggi ai piedi, delle specie di scarpe elettriche, insieme a loro bambini sui pattini (anch’essi elettrici.).
Avvistiamo da lontano un’auto che più da vicino realizzo essere senza guidatore.

Ore 12.

Cerco un taxi in piazza Vittorio e salgo. Con un comando vocale pronuncio la destinazione: “via Avogadro” l’auto si mette il moto … ops come si può dire?
Si accende autonomamente, forse meglio.
E scivola silenziosa: i semafori domotici si accendono al nostro passaggio .
Un pedone attraversa e l’auto rallenta , rispettando la precedenza.
Via Cernaia, una strana auto in lontananza. Si avvicina, guardo dentro, un anziana signora alla guida , un po’ smarrita. L’auto emette un rumore che mio figlio non ha mai sentito. “Papà che suono è quello?”
Silenzio.
Il rumore del silenzio regna sulla città. Torino.
Treno- metropolitana- tram -pullman- battelli fluviali sulla nuova arteria cittadina appena inaugurata, Corso Po è stata chiamata .

Ore 16.

Corso Mediterraneo, inaspettatamente un’auto storica. Una Lancia Nea, prototipo del 2000 (https://motori.virgilio.it/auto/fotonotizia/lancia-nea-guida-autonoma-auto-connessa-20-anni-fa/127240/)
Che goduria. Ressa di curiosi. Manco fosse Disneyland
Mi guardo intorno… dove c’era un parchimetro ora c’è una colonnina a spina . In effetti spine a go-go’ a ogni angolo, al posto dei parchimetri.

Cala la sera sulla città, magic hour: vola un drone che consegna pacchi , passa il tram sferragliando.

La mobilità immobile

Mentre attraverso la strada penso “E adesso che ne facciamo del futuro, ci siamo già dentro, come lo immaginiamo?”

Ore 18.

Il cielo rosseggia. L’aria è pulita e frizzante.
Giro l’angolo e sento un trottare di cavalli. Attaccato a loro un calesse Tesla ovoidale e trasparente.
Prima di rincasare eccone un altro scivolare tra la gente che cammina , non lo avevo mai visto prima : un piccola mela mangiata, il simbolo che lo contraddistingue.
E se fosse il calesse parte del futuro, penso?
Poi le risposte ai nostri interrogativi arrivano.
Inaspettate.

Ps. Un pensiero finale quindi: cosa cambia, prima di tutto con la mobilità elettrica ? I mezzi elettrici non li senti. Ed è un problema per gli esseri umani che non hanno sensori speciali per orientarsi nel mondo.

Eraldo Mussa

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