La triade Mattarella, Draghi, Di Maio ha fatto bingo! L’Italia è in prima pagina su tutti i giornali del mondo. Non per questioni di mafie, né di pizza e neanche per successi o sconfitte sportive. L’Italia ha assunto un ruolo centrale nella complessa matassa relativa alla possibile tregua armata tra Russia e Ucraina.

Erano anni che non capitava (forse bisognerebbe risalire al momento del secco rifiuto di Craxi a Reagan a Sigonella) e dobbiamo essere orgogliosi di quanto accaduto in questi giorni. Sì, anche per merito del nostro Ministro degli Esteri, da tutti, oggi, considerato un “giovane” che studia i dossier, ascolta le controparti, impara e cresce. Noi, per primi, ne abbiamo criticato spesso e severamente molti passaggi politici del recente passato. Oggi però dobbiamo riconoscergli un impegno, una serietà e una brillantezza espositiva degni di nota.

Il piano di pace che piace a molti

Il “nostro” piano di pace ha innescato reazioni diverse. Ha ottenuto l’attenzione del segretario dell’ONU Gutierrez, Il plauso di alcuni paesi europei; la diffidenza di Borrell, l’Alto Rappresentante della UE. Il ringraziamento comunque di Zelensky e infine il supporto americano. A Mosca l’ex presidente russo Dmitrij Medvedev lo ha bocciato ma l’intelligence britannico conferma che il Cremlino lo sta esaminando con grande attenzione. Forse in quella ormai famosa chiacchierata riservata tra Biden e Draghi, alla Casa Bianca, uno dei punti discussi è stato proprio quello del piano di pace italiano. “Provate a proporlo voi, in questo momento siete più autorevoli di noi e chissà… !”, avrebbe sussurrato Biden alle orecchie del nostro Presidente del Consiglio.

Il contenuto della nostra proposta, scritta da un team di esperti coordinati dal Segretario Generale della Farnesina, Ettore Sequi, e dal Direttore degli Affari Politici del Ministero, Pasquale Ferrara, ha già avuto notorietà pubblica. Il dossier è stato condiviso con il Quirinale ed è stato redatto attraverso una collaborazione molto stretta di Palazzo Chigi e del Ministero degli Esteri. Vale la pena ripercorrerne i quattro punti salienti.

Il cessate il fuoco

Questa è la pregiudiziale per avviare qualsiasi tipo di dialogo. Le armi devono lasciare spazio alla trattativa. Il cessate il fuoco è il primo e più difficile passaggio della proposta italiana. Finora tutti i tentativi mirati ad una tregua sono falliti. Nessuno dei due contendenti ha accettato un cessate il fuoco generalizzato. Di qui è partita l’ipotesi di immaginare una tregua progressiva che parte dalle zone più calde dello scontro e man mano si allarga a tutto il fronte della battaglia. Il cessate il fuoco, si legge nel documento, disciplina anche i meccanismi di supervisione della smilitarizzazione della linea del fronte per consentire che la discussione avvenga senza il rumore dei bombardamenti.

Neutralità dell’Ucraina

Il secondo punto del dossier italiano riguarda il futuro status internazionale dell’Ucraina. Come già si è discusso in questi mesi di conflitto, l’ipotesi è quella di immaginare una neutralità dell’Ucraina, sancita nella costituzione del paese. Il tema è quello di chi garantisca questa neutralità. Zelensky ha più volte evidenziato che la strada è percorribile ma ci devono essere dei garanti autorevoli che intervengano, anche militarmente, in caso di violazione della neutralità da parte della Russia. Un altro aspetto è quello di prevedere, nel tempo, una possibilità per l’Ucraina di diventare membro a pieno titolo dell’Unione Europea. Un punto per ora molto critico per i russi.

Le zone contese e la loro autonomia

Questo terzo aspetto è quello che suscita i maggiori contrasti tra le parti. Stiamo parlando ovviamente della Crimea e dei territori del Donbass. Nel dossier italiano si parla di necessità di risoluzione delle controversie sui confini, della sovranità di quei territori, del controllo sul non ripetersi di violenze fra le varie etnie. E ancora di disposizioni legislative che regolino i rapporti tra le minoranze linguistiche e religiose e le altre etnie. Si parla ovviamente di una autonomia di questi territori con la garanzia di un presidio dei Caschi Blu dell’ONU per evitare scontri tra le parti. Si ipotizza anche lo strumento del referendum per verificare la volontà della maggioranza dei residenti in quei territori. E’ manifesta la difficoltà per Zelensky di accettare tale passaggio in quanto modificherebbe in maniera rilevante i confini dell’Ucraina rispetto allo status quo pre-invasione russa.

Un accordo generale per la pace in Europa

Il documento italiano si occupa, infine, della necessità di stipulare un nuovo, grande accordo multilaterale sulla pace e la sicurezza in Europa. Questo nell’ottica di pacificare la situazione, riorganizzare gli equilibri internazionali, riaprire un rapporto tra Bruxelles e Mosca. I sottotitoli di questo capitolo, tutti da definire, riguardano quindi la stabilità strategica, il disarmo, il controllo degli armamenti, la prevenzione dei conflitti, gli scambi economici. E’ disciplinato anche il ritiro delle truppe russe dai territori occupati in Ucraina dopo il 24 febbraio 2022. Un capitolo specifico riguarda il progressivo ritiro delle sanzioni contro Mosca.

Ma a Kiev qualcosa non va

Il governo di Kiev, pur ringraziando l’Italia per il suo supporto, ha già manifestato le sue perplessità sul terzo punto. “Ogni decisione politica – ha detto il portavoce del Ministero degli Esteri ucraino – deve partire dal rispetto della sovranità e dell’integrità territoriale dell’Ucraina nei suoi confini. Così come sono riconosciuti dalla comunità internazionale. L’Ucraina apprezza il supporto dell’Italia sia come membro dell’Unione Europea sia a livello di relazione bilaterale. L’Italia ha effettivamente condiviso la sua visione per terminare la guerra della Russia contro l’Ucraina. Stiamo valutando diverse proposte che ci sembrano interessanti. Qualsiasi tentativo internazionale di riportare la pace sul territorio ucraino ed in Europa è benvenuto”.

Come dicevamo, Josep Borrell è stato molto distaccato e quasi sprezzante nel suo commento. “Abbiamo preso nota del piano di pace dell’Italia e come UE sosteniamo qualsiasi sforzo volto a concludere il conflitto. Ma dal punto di vista europeo questo deve passare dall’immediata cessazione dell’aggressione e dal ritiro senza condizioni dell’esercito russo”.

L’ex Presidente russo Medvedev ha violentemente contestato il progetto italiano. “C’è la sensazione che sia stato preparato non da diplomatici ma da politologi locali che hanno letto dei giornali provinciali e operano soltanto sulla base delle notizie false ucraine… le Repubbliche popolari di Donetsk e Lugansk non torneranno mai all’Ucraina”. A fronte di questa chiusura totale di Medvedev il portavoce ufficiale del Cremlino ha aggiunto dell’altro. “Non lo abbiamo ancora visto il piano italiano”. Vedremo dunque nei prossimi giorni gli sviluppi della situazione. In ogni caso, il nostro Paese, grazie alla triade, non certo grazie al dibattito politico interno, ha riconquistato un ruolo autorevole nello scacchiere mondiale.

Un progetto di pace sulle scrivanie che contano

Il nostro progetto di pace è sulle scrivanie di tutte le cancellerie del mondo. L’ONU, grazie al nostro dossier, potrebbe riacquistare fin da subito un ruolo centrale nell’attuazione di questo progetto di pace. Un’occasione straordinaria per allontanare il rischio dell’onda d’urto di critiche e contestazioni sull’utilità della sua costosa sopravvivenza. Insomma, un bel passaggio che potrebbe davvero aiutarci a breve quando dovremo, da un lato, ridiscutere a Bruxelles come ripianare il nostro debito pubblico. E impostare una nuova politica di sviluppo non basata sempre e soltanto sui contributi statali, ma su una visione industriale del nostro futuro. E, inoltre , richiedere, sempre a Bruxelles, eventuali proroghe nella presentazione dei progetti per il PNRR.

Riccardo Rossotto

Riccardo Rossotto

"Per chi non mi conoscesse, sono un "animale italiano", avvocato, ex giornalista, appassionato di storia e soprattutto curioso del mondo". Riccardo Rossotto è il presidente dell'Editrice L'Incontro srl

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