“Se un programma di una radio privata ha un migliaio (o anche meno) di ascoltatori affezionati che interagiscono con le loro telefonate, gli interventi del pubblico si susseguono, le linee s’intasano e sembra che la trasmissione abbia enorme successo. Ma in realtà si tratta solo di qualche centinaio di fedelissimi, un numero irrilevante in termini di ascolto”. Così, tanti anni fa, un vecchio esperto di marketing communication mi invitava a essere prudente nel giudicare una tendenza mediatica e a non farmi abbagliare da quelli che sono in realtà fenomeni effimeri. Lo stesso principio sembra valere per i social.
Se poniamo l’accento sulla politica, appare evidente come non di rado quella che sembra essere un’opinione dominante, non si traduce in risultati elettorali. Non disperdiamoci in considerazioni generali e prendiamo un caso molto specifico, la posizione di Giorgia Meloni sul conflitto russo-ucraino e su Gaza. Il capo (la capa?) del Governo ha manifestato un appoggio deciso all’Ucraina, a volte condito da immagini di forte impatto (i maligni aggiungono “plateali”), come gli abbracci pubblici con Volodymyr Zelensky.
Sul fronte mediorientale, il governo italiano è tra quelli più allineati sulla linea Trump e più ben disposti (sia pure non risparmiando critiche) verso Israele. Sui social queste posizioni appaiono fortemente contestate da quello che si potrebbe definire “lo zoccolo duro della Destra-Destra”. Dove tradizionalmente, anche senza scomodare i dipinti di Mario Sironi che raffigurano Mussolini con la spada dell’Islam, la causa palestinese è sempre stata vista con simpatia. E dove Vladimir Vladimirovich Putin, non fosse altro che per il suo carisma da “uomo forte”, ha sempre esercitato un certo fascino.
Presso le bacheche del popolo ex missino (o comunque di quell’area) il commento più ricorrente, ogni volta che il Governo ha detto qualcosa a favore dell’Ucraina o contro la Flottilla, è: “Giorgia, vergognati”. Bene, per quanto di piccola portata, l’ultimo appuntamento elettorale, le regionali marchigiane, ha dato risultati che vanno nella direzione opposta a questi malumori, con Fratelli d’Italia che ha portato alla presidenza un proprio uomo ed è diventato il primo partito. Certo, con un’affluenza ai minimi termini, appena superiore al 50%, quasi 10 punti in meno rispetto alla volta scorsa. Ma questa, è un’altra storia…
Milo Goj
