Il tema è, purtroppo, di grande attualità, oltre a essere caldo e spinoso: in questo difficile (eufemismo) momento storico, contrassegnato dalle guerre in Ucraina, Gaza e Iran, prevale tra la gente lo spirito bellico o quello pacifista? Una domanda che, per chi è cresciuto in un sogno chiamato “Peace, Love & Music”, fino a poco tempo fa sembrava assurda: guerrafondaio era uno tra i più gravi insulti e militarista era quasi un sinonimo di antidemocratico. Pare invece che il vento sia cambiato.
Nella puntata di In/Contro appena pubblicata, abbiamo messo a confronto il parere di Corrado Poli, che auspica un concreto movimento politico pacifista con una sorta di antologia bellica di interventi su Facebook. Nel dibattito ha fatto irruzione la pubblicazione, lo scorso 20 giugno, da parte della stampa nazionale, di un sondaggio condotto dall’Istituto Piepoli per conto del ministero della Difesa. In una serie di risposte intrise di un patriottismo che avrebbe reso orgogliosi i padri del Risorgimento, emerge, clamorosamente, che “il 44% degli italiani sarebbe disposto ad arruolarsi e a indossare la divisa in caso di estrema necessità”.
Conosco e stimo Nicola Piepoli, fondatore dell’Istituto e attualmente suo presidente onorario dagli anni Ottanta. È stato tra i primi in Italia a realizzare i sondaggi così come li concepiamo oggi. Non ho dunque motivo per dubitare sulla serietà dello studio. Però ho una discreta dimestichezza con la statistica e il marketing e so bene che per capire cosa emerge realmente da un sondaggio bisogna conoscere bene come è stato realizzato. Soprattutto se il committente è in qualche modo “di parte”.
Tra l’altro, dal sondaggio, promosso, come accennato, dal ministero della Difesa, risulta anche che il gradimento personale del committente, cioè del ministro della Difesa, Guido Crosetto, è salito di 4 punti rispetto alle rilevazioni precedenti e ora si attesta sul 43%. Mentre, più in generale, il gradimento operativo su Crosetto è pari al 51%.
Com’è mia abitudine, anche questa volta non mi limiterò a riportare quanto pubblicato dai giornali. Chiederò all’Istituto Piepoli di darmi la documentazione su procedure e risultati del sondaggio. Poi vi racconterò.
Milo Goj