La sostenibilità, essere consapevoli e responsabili nei confronti dell’ambiente è ormai diventato un giusto orientamento in qualunque settore economico, aziendale, sociale, produttivo con progetti ed iniziative che mettono in primo piano la salvaguardia del pianeta, sia per il presente ma sopratutto per il futuro.

Anche il mondo della musica si è reso conto di questo orientamento e ha cominciato a porsi la domanda: quanto inquina la musica?

La risposta, sorprendente, è MOLTO. Come è possibile? Una prima risposta sono i grandi concerti live: lo spostamento di attrezzature su ruota con grandi camion, il montaggio dei grandi palchi, l’uso dell’energia elettrica ecc,generano un grande inquinamento. Cosi come lo spostamento di grandi masse di persone (fans) che si muovono con ogni mezzo per poter seguire gli eventi.

Un LP può generare mezzo chilo di CO2

Pensiamo ad esempio concerti come quelli di Vasco Rossi che coinvolgono centinaia di migliaia di persone, gli spostamenti, le esigenze fisiche e fisiologiche che hanno, dal cibo alla necessità di bere…Pensiamo a quante centinaia di migliaia di bottiglie di plastica, rifiuti, genera questa enorme massa di persone. L’impatto ambientale dei live e in generale dell’intera filiera che ruota intorno alla produzione di singoli ed album, l’organizzazione di tour, genera un forte impatto ambientale. Si calcola che un singolo concerto può generare tra i 2 e i 10 Kg di CO2 per spettatore e che la produzione dei dischi in vinile, ora tornati di gran moda, per un singolo LP può arrivare a contenere 135 grammi di PVC e generare una quantità di 0,5 Kg di CO2 .

L’impatto ambientale della musica è veramente importante

A tal proposito il mondo musicale si sta rendendo conto che non basta cantare l’ambiente ed introdurre tematiche green nei testi delle canzoni ma è necessario agire concretamente. Da questa consapevolezza è nato il Manifesto della musica sostenibile*, un decalogo di norme finalizzato a ridurre l’impatto ambientale generato dalla filiera musicale. Il Manifesto è promosso da PMI l’Associazione dei Produttori Musicali Indipendenti che comprende circa 110 associati e rappresenta il 28% del mercato discografico in Italia,con la collaborazione di Impala (Indipendent Music Companies Association), che rappresenta l’organizzazione delle etichette europee e Rockol.

Gli scopi del Manifesto

Scopo del Manifesto è sensibilizzare produttori, artisti.aziende e pubblico,  creare una consapevolezza diffusa in riferimento alle tematiche ambientali correlate alla musica. Non si tratta solo di un obiettivo concettuale ma anche pratico. Organizzare eventi ed iniziative che siano diretti a ridurre l’impatto ambientale di tutto il settore utilizzando la musica come “vettore” per sollecitare politiche ed iniziative “green”. Creando anche un dialogo costante con le istituzioni al fine di promuovere iniziative rivolte alla sostenibilità ambientale del settore musicale.

Il valore dell’impatto ambientale con il Carbon Calculetor

Fra i punti più interessanti del manifesto, a mio avviso, vi è il ”Carbon Calculetor”, strumento di reporting in grado di fornire dati inequivocabili in materia di impatto ambientale favorendo iniziative propositive in materia di sostenibilità basandosi su dati certi e proporre alternative più green alle case discografiche ed organizzatori. Questo per far comprendere il proprio impatto ambientale stimolando la (finora scarsa) sensibilità climatica/ambientale e facendo capire che una modifica degli approcci produttivi/organizzativi sia non solo possibile ma addirittura vantaggiosa, anche nel rispetto delle future generazioni.

Carlo Lecchi

*Il Manifesto della Musica Sostenibile

L’Associazione dei Produttori Musicali Indipendenti PMI, con la collaborazione di IMPALA e Rockol, ha realizzato il Manifesto della Musica Sostenibile: un programma di 10 target che gli operatori dell’industria musicale e gli Artisti possono impegnarsi a perseguire sottoscrivendo il documento. Il Manifesto ha un triplice obiettivo: creare consapevolezza sulla problematica, favorendo l’”educazione ambientale” dei lavoratori e dei fruitori della musica; promuovere iniziative che riducano l’impatto ambientale dell’intera filiera e che utilizzino la musica come veicolo per sostenere politiche e comportamenti ambientali più corretti; mantenere un dialogo costante con le con le Istituzioni nazionali e locali per sollecitare iniziative propedeutiche alla sostenibilità ambientale del settore musica e favorire il rafforzamento economico delle imprese a fronte di investimenti di adeguamento ai nuovi parametri di sostenibilità.
Una delle più urgenti problematiche che il settore cultura, e quindi anche la musica, deve oggi affrontare è l’impatto ambientale della creazione e diffusione delle opere. Le attività tipiche del settore musica, valutate dal punto di vista della sostenibilità, evidenziano molte criticità: dalla produzione e dal trasporto del prodotto fisico con utilizzo, e successiva dispersione di plastica, alla distribuzione digitale del prodotto musicale il cui elevato costo, in termini di energia necessaria, non viene percepito dagli imprenditori e tantomeno dal pubblico. Il settore ha già iniziato a mitigare l’impatto del live, ma molto resta da fare sul merchandising, sulla diffusione e sul consumo di musica registrata e così via.
Molte realtà europee hanno già individuato questo tema come essenziale e molte aziende all’estero si sono già dotate di un “sustainability manager” come supporto essenziale al decision making aziendale. È necessario incoraggiare tutta la filiera ad adottare pratiche non dannose per l’ambiente e innescare dei comportamenti virtuosi che abbiamo ricadute positive anche sul comportamento di consumo dei fruitori di musica. Il decalogo, realizzato da un team di professionisti guidato da Francesca Trainini (Chair di Impala e VicePresident di PMI), è stato presentato in occasione della 72° edizione del Festival di Sanremo a Casa SIAE durante il panel Musica Sostenibile: il green non può più attendere, evento che ha visto la partecipazione di Francesca Trainini, Enzo Mazza (CEO di FIMI), Licia Del Greco (Chief Innovation & Strategy Officer and Head of International Relations at SIAE) e Davide Poliani (Giornalista presso Rockol). Il Manifesto può essere sottoscritto da tutti gli operatori della filiera musicale e gli Artisti che vogliano assumere la sostenibilità ambientale del settore come un obiettivo primario delle proprie attività.

Carlo Lecchi

Presidente di Avi, Associazione vinile italiana, cultura, costume, collezionismo,

Discussione

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *